Pasquale Lampugnale, Presidente di Piccola Industria – Confindustria Campania ha proposto un decalogo per favorire la ripresa post lockdown. Il tema è star affrontato in occasione di un interessante dibattito svoltosi lo scorso 8 giugno all’Unione Industriali Napoli: “CREDITO E IMPRESE NELL’ERA POST COVID”, il primo di una serie di appuntamenti promossi da Piccola Industria di Confindustria Campania dedicato alle priorità per le imprese, nell’ottica di un confronto aperto fra Banche, Imprese e Università.

Come favorire la ripresa delle imprese dopo il lockdown? Un quesito importante che assume una valenza di primo piano alla luce dell’attuale situazione economica del Paese e in  particolare del Mozzogiorno, a cui il Presidente di Piccola Industria Confindustria Campania Pasquale Lampugnale ha provato a dare una risposta esaustiva attraverso un vero e proprio decalogo, illustrato in occasione del primo di un ciclo di incontri promosso da Piccola Industria di Confindustria Campania e dedicato alle priorità per le imprese intitolato “CREDITO E IMPRESE NELL’ERA POST COVID”, svoltosi in data 8 giugno 2021 all’Unione Industriali Napoli.

Al dibattito, oltre a Pasquale Lampugnale, hanno partecipato, in qualità di relatori, Campania), Anna Del Sorbo (vicepresidente Piccola industria Confindustria Campania con delega a Credito e Finanza), Fabiano Schivardi (Economista, Professore di Economia e Prorettore alla Ricerca all’Università Luiss), Francesca Brunori (direttore generale dell’Area Credito e Finanza di Confindustria), Giuseppe Nargi (direttore regionale Campania Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo) e Felice Delle Femine (direttore generale Banca di Credito Popolare) seguiti da una folta platea di imprenditori, professionisti, docenti universitari ed esponenti del mondo del credito collegati online. A moderare i lavori il giornalista economico Enzo Agliardi.

La pandemia – ha spiegato Lampugnale nel suo intervento – ha messo in seria difficoltà il nostro sistema produttivo e rischia di aumentare ulteriormente i divari tra le imprese e tra i settori. È nostro compito, dunque, lavorare per sostenere il debito buono e le imprese che hanno un business sano, anche se messo in difficoltà dal COVID. C’è una grande collaborazione con il sistema bancario, e questo è importante perché come ha detto più volte il premier Mario Draghi: “La ripresa c’è ma per crescere dobbiamo essere uniti”. Ecco perché andrebbero attivate a mio parere alcune misure, una sorta di decalogo, che potrebbero favorire questa fase di ripresa.

Il decalogo consisterebbe, più specificamente, nei seguenti punti

  1. Flessibilità delle moratorie di legge per le PMI
  2. Rafforzamento del Fondo di Garanzia per le PMI
  3. Allungamento dei tempi di restituzione del rimborso dei debiti di emergenza fino a 15 anni 
  4. Rafforzamento patrimoniale delle PMI. 
  5. Crescita dimensionale delle aziende
  6. Consolidamento dei livelli di managerialità nelle imprese
  7. Investimenti in tecnologia e innovazione
  8. Policy dedicata alla ripresa e  alla  resilienza  delle  PMI  nel  PNRR  e  nella politica di coesione europea e nazionale 2021-2027
  1. Rinvio di Basilea 3 e congelamento del rating.
  2. Revisione delle regole degli NPL (Non Performing Loans, crediti deteriorati), vale a dire quei prestiti la cui riscossione da parte delle banche è incerta.

Le  PMI  rappresentano  il  99,4  per  cento  delle  imprese  campane– ha  spiegato Lampugnale nel suo intervento, tracciando lo scenario dell’economia regionale – e sono arrivate a questa fase di pandemia lo scorso anno dopo una crescita che durava  dal  2015.  L’impatto  del  COVID  è  stato  molto  pesante,  perché  ha  fatto registrare una brusca riduzione dei livelli di occupazione, investimenti e fatturato, calato in media nel 2020 fra le PMI campane del 10.6% rispetto all’anno precedente. Un parziale recupero è previsto quest’anno, mentre solo dal 2022 la ripresa dovrebbe tornare a un ritmo più o meno normale, con una crescita reale prevista  del  3- 4%,  comunque  insufficiente  per  tornare  ai  livelli  pre-crisi.  La perdita stimata dei posti di lavoro in tutta Italia, tra dicembre 2019 e la fine del 2021, è di circa 1,3 milioni di persone, di cui 320 mila nel Mezzogiorno   89.000 in Campania. I riflessi della crisi pandemica sulla redditività e sull’indebitamento delle imprese sono molto ampi ed eterogenei tra i vari settori di attività, nonostante le misure di politica  economica  adottate  e  le  favorevoli  condizioni  di  accesso  al  credito. 

Pasquale-Lampugnale-Confindustria

I rischi  derivanti  da  un aumento  della  vulnerabilità  delle  imprese  restano elevati, ma possono essere attenuati dalla ripresa dell’economia e dalle politiche monetarie e di bilancio che saranno attivate. Le misure di sostegno della liquidità e  dell’accesso  al  credito  restano  quindi  necessarie – continua Lampugnale –  per  non  far  crescere  le difficoltà delle imprese che hanno possibilità di rilancio. In prospettiva  una  graduale  e mirata  rimodulazione  degli  interventi  potrà  minimizzare  i  rischi  per  la  stabilità finanziaria. Ecco perché in tale contesto  vanno considerate alcune proposte che potrebbero favorire la ripresa come ad esempio la proroga automatica  (salvo  rinuncia  dell’impresa)  della  moratoria  di  legge  per  le  PMI; l’accrescimento dell’efficacia e la conferma dell’intervento rafforzato del Fondo di Garanzia  per  le  PMI  e  della  “Garanzia  Italia”  di  SACEil  prolungamento  dei tempi di restituzione del rimborso dei debiti di emergenza del 2020 (sia i nuovi finanziamenti garantiti, sia le operazioni in essere) dai 6 anni attualmente previsti fino  ai  15  anni. E  poi,  ancora valutare  la  fattibilità  di  deroghe  ai  principi  di Basilea  per  la  vigilanza  bancaria  e  sul  credito  e  la  revisione  delle  regole  degli NPL, i “crediti deteriorati” la cui riscossione da parte delle banche è incerta.

Necessaria  è  anche  la  crescita  patrimoniale  e  dimensionale  delle  imprese – conclude il presidente di Piccola industria Confindustria Campania – per ottenere la quale è fondamentale anche l’utilizzo della leva fiscale, ad esempio per mezzo di un credito di imposta sull’aumento di capitale deliberato, nonché il rafforzamento degli schemi di garanzia a supporto delle emissioni obbligazionarie,  abbassando  la  dimensione  delle  imprese  emittenti  e  la  taglia media delle emissioni, e altri strumenti di debito. Ulteriori interventi opportuni attengono la proroga  del  credito  d’imposta  per  la  quotazione  delle  PMI  e  lo  sviluppo  della finanza alternativa, in particolare quella sostenibile, a beneficio delle PMI. Andrebbero  impostati  strumenti  in  grado  di  aiutare  le  PMI  ad  intraprendere  un sentiero di innovazione e di crescita, mettendo ad esempio a sistema gli strumenti di natura fiscale e finanziaria che a livello nazionale e regionale sostengono la crescita dimensionale, l’aggregazione e la collaborazione tra imprese. Gli spazi e le risorse finanziarie per sostenere una policy dedicata alla ripresa e alla resilienza delle PMI ci sono, tanto nel PNRR quanto nella politica di coesione, europea e nazionale, da avviare nel 2021.

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