Il ricordo di Dante attraverso il Premio Guido Dorso

Dante

Settecento anni, un tempo lungo, che posiziona una nuova pietra miliare una nuova pietra miliare nella vita eterna di un uomo e di una grande opera del pensiero e dell’arte, Dante e la sua Commedia. Gli uomini e le donne che nel passato si sono distinti con le loro opere, le loro azioni, il loro pensiero meritano di essere ricordati non solo come testimonianza delle eredità culturali che ci hanno donato e che costituiscono un seme per la fioritura di altre esperienze nell’evoluzione storica e culturale, ma anche, come dice Foscolo, per trasmettere uno spirito che spinga gli animi ad egregie cose. Dante, nella sua grandezza, è anche un testimone di come lotte fratricide e opportunismi territoriali del suo tempo hanno creato sofferenze e distrutto valori, ma queste esperienze non hanno scalfito il suo pensiero e la sua vena artistica.

Il suo cammino poetico nella Commedia ha indicato un percorso di elevazione per lo spirito umano. Quindi un Dante non solo da ricordare con le sue opere e come immagine della cultura italiana nel mondo, ma anche come esempio e stimolo a ridare all’Italia una nuova ispirazione per grandi processi di sviluppo sociale, economico e culturale che coinvolgano l’intero paese e non singoli feudi territoriali con lotte fra nuovi guelfi e nuovi ghibellini. Non possiamo permettere, soprattutto per le giovani generazioni, che si creino le condizioni di un viaggio all’inverso dal Paradiso all’Inferno. Come Associazione Guido Dorso vogliamo ricordare Dante attraverso la figura di un grande studioso delle sue opere, il Professore Enrico Malato. Nel 2017 gli è stato conferito il Premio Guido Dorso per la Cultura. Riproponiamo il discorso che pronunciò in occasione della cerimonia di premiazione a Roma presso Palazzo Giustiniani, quando ricevette il premio dal ex- rettore della Federico II Gaetano Manfredi, componente della giuria.

Ecco le sue parole: Nasce a Napoli la nuova edizione delle opere commentate di Dante. I miei primi passi di studioso di letteratura sono stati nel campo della letteratura dialettale napoletana; in seguito sono stato catturato da Dante e da circa 40 anni mi dedico solamente al suo studio. Arrivato a Napoli nel ‘98, ho avuto la fortuna di trovare un ambiente estremamente accogliente e aperto, un humus fecondo in cui produrre quelle idee che erano state già pensate e seminate prima. A Napoli abbiamo progettato qualcosa di davvero ambizioso e incredibile: una nuova edizione commentata delle opere di Dante, opera a cui si dedicò per primo Boccaccio a metà del Trecento; si tratta di un’edizione che è costata un’enorme fatica, un progetto presieduto da una commissione scientifica internazionale. Contiamo di completare il progetto, Dio consenziente (come dice Dante), per il 700° anniversario della morte di Dante che cadrà nel 2021. Questo premio è un riconoscimento che collega questa iniziativa dantesca, che va al di là dei confini nazionali, all’Università di Napoli, che è stata la sede in cui si è risvegliata la dantologia italiana. La cattedra che io ho ricoperto a Napoli è stata onorata prima da Luigi Settembrini e poi da Francesco De Sanctis, la più alta voce dantesca nell’Italia della metà dell’Ottocento.

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Enrico Malato riceve il Premio Guido Dorso

Motivazione del Premio Guido Dorso a Enrico Malato

Enrico Malato, nato a Napoli il 25 dicembre 1935, professore emerito di Letteratura Italiana presso l’Università di Napoli Federico II ed accademico dei Lincei, si è imposto come uno dei più prestigiosi italianisti e filologi viventi, punto di riferimento per gli studi danteschi nella comunità scientifica internazionale. Formatosi a Roma alla scuola di Antonino Pagliaro, ha poi lavorato a Napoli con Salvatore Battaglia, che ha orientato e stimolato i suoi interessi in senso filologico-linguistico, ma nella sua formazione hanno svolto un ruolo decisivo anche Gianfranco Folena a Padova e Lanfranco Caretti a Firenze. Ha insegnato Filologia Italiana, Storia della Lingua Italiana, Filologia Dantesca e Letteratura Italiana, prima all’Università di Lecce, presso cui ha anche ricoperto il ruolo di Preside della Facoltà di Magistero, poi nell’Università della Tuscia e, dal 1998, alla Federico II, presso cui è stato promotore e animatore di una scuola di studi danteschi e filologici che è oggi tra le più accreditate e produttive nel panorama scientifico ed accademico non solo italiano.

Estremamente ampio lo spettro delle sue ricerche, che vanno dagli studi sulla tradizione letteraria napoletana a varie indagini di filologia attributiva, tra cui si dovrà almeno segnalare l’edizione degli Intrichi d’amore, un’interessante commedia cinquecentesca, che le ricerche del Prof. Malato hanno ormai ricondotto con stringenti argomenti alla penna di Torquato Tasso. Altrettanto rilevanti i suoi studi sulle origini della novellistica italiana e su questioni teoriche di metodologia critica e di prassi filologica. Autore, nel 2005, di un’imponente Storia della Letteratura Italiana in 14 volumi, impostasi come indispensabile strumento di consultazione per gli studi italianistici. Nell’ultimo trentennio i suoi interessi di ricerca si sono orientati prevalentemente verso l’analisi filologica e critica della produzione dantesca, con risultati fortemente innovativi, che hanno aperto inedite prospettive di indagine, capaci di imporre variazioni anche sensibili al quadro di conoscenze precedentemente acquisite.

Enrico Malato ha poi anche affiancato agli studi specialistici e all’insegnamento un’intensa attività di promozione e diffusione culturale, promuovendo importanti e ambiziosi progetti scientifici, capaci di aggregare intorno a sé copiose energie intellettuali (si pensi al recente progetto di una Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante), dirigendo autorevolmente e attivamente prestigiosi centri culturali, come il Centro Pio Rajna e la storica “Casa di Dante” in Roma, presiedendo le Commissioni per le edizioni nazionali di Machiavelli, Aretino e dei Commenti Danteschi. Ha inoltre fondato la Salerno Editrice, un’autentica officina di cultura che da oltre quarant’anni rappresenta un punto di riferimento per l’editoria di alto livello culturale nei settori della storia e delle discipline linguistico-filologiche e letterarie.

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Lorena Coppola