I cinquant’anni della Salerno editrice (1972-2022)

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Un’officina di alta cultura

Compie cinquant’anni la Salerno editrice, fondata e presieduta, dal filologo, critico e storico Enrico Malato (Premio Dorso 2017 per la cultura) con Annamaria Malato nel ruolo di amministratore delegato e Andrea Mazzucchi direttore editoriale. L’importante anniversario è stato celebrato con la pubblicazione di un libro dal titolo Salerno editrice da 50 anni un’officina di cultura, presentato, nel corso di un incontro,  a Roma, al Centro Pio Rajna, a villa Altieri. Il volume racchiude vari contributi sulla storia dell’editore e sulla sua vocazione con i grandi progetti dedicati alle edizioni dantesche e manzoniane. Vanno ricordati, in particolare, la Storia della Letteratura italiana in 14 volumi  e la Nuova edizione commentata delle opere di Dante entrambe curate da Enrico Malato e ancora l’edizione nazionale delle opere di Macchiavelli e dell’Aretino e la grande edizione dei I Promessi sposi di Manzoni. “Anche nell’epoca del digitale – spiega Enrico Malato nel volume del cinquantenario – la casa editrice ha mantenuto i suoi obiettivi e il suo carattere. E’ tuttora una presenza viva e non marginale sul proscenio, in una condizione che mantiene un ruolo significativo nel panorama dell’editoria di alta cultura in Italia”. Va dato anche merito alla Salerno editrice di essersi aperta nel tempo non soltanto a studiosi di riconosciuta autorevolezza ma anche a più giovani addetti ai lavori. “La logica   – come ha ricordato Annamaria Malato – che ha improntato le scelte editoriali di questi anni è stata quella di un’officina, di un laboratorio cui hanno dato un contributo fondamentale i tanti illustri studiosi che collaborano con noi. I quali si sono sentiti parte integrante di un progetto, ma anche di una famiglia”.

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Enrico Malato durante il Premio Internazionale Guido Dorso

Nel formulare i più sinceri voti augurali di lunga vita alla Salerno editrice ci piace riproporre ai nostri lettori la motivazione con cui fu conferito il premio Dorso a Enrico Malato e la dichiarazione dello studioso:

Enrico Malato, nato a Napoli il 25 dicembre 1935, professore emerito di Letteratura italiana presso l’Università di Napoli Federico II ed accademico dei Lincei, si è imposto come uno dei più prestigiosi italianisti e filologi viventi, punto di riferimento per gli studi danteschi nella comunità scientifica internazionale. Formatosi a Roma alla scuola di Antonino Pagliaro, ha poi lavorato a Napoli con Salvatore Battaglia, che ha orientato e stimolato i suoi interessi in senso filologico-linguistico, ma nella sua formazione hanno svolto un ruolo decisivo anche Gianfranco Folena a Padova e Lanfranco Caretti a Firenze. Ha insegnato Filologia italiana, Storia della lingua italiana, Filologia dantesca e Letteratura italiana, prima nell’Università di Lecce, in cui ha anche ricoperto il ruolo di Preside della Facoltà di Magistero, poi nell’Università della Tuscia e, dal 1998, nella Federico II, dove è stato promotore e animatore di una scuola di studi danteschi e filologici che è oggi tra le più accreditate e produttive nel panorama scientifico ed accademico non solo italiano. Estremamente ampio lo spettro delle sue ricerche che vanno dagli studi sulla tradizione letteraria napoletana a varie indagini di filologia attributiva, tra cui si dovrà almeno segnalare l’edizione degli Intrichi d’amore, un’interessante commedia cinquecentesca, che le ricerche del prof. Malato hanno ormai ricondotto con stringenti argomenti alla penna di Torquato Tasso. Altrettanto rilevanti i suoi studi sulle origini della novellistica italiana e su questioni teoriche di metodologia critica e di prassi filologica. Autore, nel 2005, di un’imponente Storia della letteratura italiana in 14 volumi, impostasi come indispensabile strumento di consultazione per gli studi italianistici. Nell’ultimo trentennio i suoi interessi di ricerca si sono orientati prevalentemente verso l’analisi filologica e critica della produzione dantesca, con risultati fortemente innovativi, che hanno aperto inedite prospettive di indagine, capaci di imporre variazioni anche sensibili al quadro di conoscenze precedentemente acquisite. Enrico Malato ha poi anche affiancato agli studi specialistici e all’insegnamento un’intensa attività di promozione e diffusione culturale, promuovendo importanti e ambiziosi progetti scientifici, capaci di aggregare intorno a sé copiose energie intellettuali (si pensi al recente progetto di una Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante), dirigendo autorevolmente e attivamente prestigiosi centri culturali, come il Centro Pio Rajna e la storica “Casa di Dante” in Roma, presiedendo le Commissioni per le edizioni nazionali di Machiavelli, Aretino e dei Commenti danteschi. Ha inoltre fondato la Salerno Editrice, un’autentica officina di cultura che da oltre quarant’anni rappresenta un punto di riferimento per l’editoria di alto livello culturale nei settori della storia e delle discipline linguistico-filologiche e letterarie.

Nasce a Napoli la nuova edizione delle opere commentate di Dante.

I miei primi passi di studioso di letteratura sono stati nel campo della letteratura dialettale napoletana; in seguito sono stato catturato da Dante e da circa 40 anni mi dedico solamente al suo studio. Arrivato a Napoli nel ‘98, ho avuto la fortuna di trovare un ambiente estremamente accogliente e aperto, un humus fecondo in cui produrre quelle idee che erano state già pensate e seminate prima. A Napoli abbiamo progettato qualcosa di davvero ambizioso e incredibile: una nuova edizione commentata delle opere di Dante, opera a cui si dedicò per primo Boccaccio a metà del Trecento; si tratta di un’edizione che è costata un’enorme fatica, un progetto presieduto da una commissione scientifica internazionale. Contiamo di completare il progetto, Dio consenziente (come dice Dante), per il 700° anniversario della morte di Dante che cadrà nel 2021. Questo premio è un riconoscimento che collega questa iniziativa dantesca, che va al di là dei confini nazionali, all’Università di Napoli, che è stata la sede in cui si è risvegliata la dantologia italiana. La cattedra che io ho ricoperto a Napoli è stata onorata prima da Luigi Settembrini e poi da Francesco De Sanctis, la più alta voce dantesca nell’Italia della metà dell’Ottocento.

Nicola Squitieri