Spirito d’impresa e valorizzazione delle risorse del territorio – Intervista a Pina Mengano Amarelli

Pina Mengano Amarelli con Rosi Sica e Francesco Saverio Coppola

La Rivista Politica meridionalista in collaborazione con l’Associazione Smile presieduta dalla dottoressa Rosi Sica, giornalista, pubblica una sua vivace e appassionata intervista a Pina Mengano Amarelli. Pina Amarelli laureatasi con lode a Napoli nel 1967, giornalista pubblicista, Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, ha saputo coniugare nella sua vita cultura ed imprenditorialità, è stata la responsabile delle relazioni istituzionali della Amarelli S.A.S. e del Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli. Fa parte di numerose associazioni internazionali a scopo sociale e culturale nonché di categoria, è consigliere dell’AIDAF, associazione italiana aziende familiari. Ha ricevuto anche il Premio Made in Calabria, per aver coniugato indissolubilmente le origini napoletane con le tradizioni e le abitudini calabresi, traghettando la fabbrica verso nuovi orizzonti ed elevandola a leader nel settore. L’Azienda Amarelli, ubicata a Rossano in Calabria, produce la liquirizia pura più famosa al mondo. Le scatoline di metallo con le immagini degli archivi di famiglia, da lei inventate, hanno conquistato l’Europa, gli Stati Uniti, l’Australia, il Brasile, il Canada, il Giappone, la Russia e il Medio Oriente. Amarelli approda nella Treccani, con una storia profumata di liquirizia e istinto imprenditoriale, tutta vissuta in famiglia. In uno dei due volumi intitolati «L’impresa italiana» l’azienda, unica per la Calabria, viene raccontata nel capitolo «Icone del made in Italy». La prestigiosa pubblicazione la annovera fra le storie emblematiche, che ben evidenziano lo spirito d’impresa e la capacità di mettere a frutto il meglio delle risorse del territorio con il talento imprenditoriale e la passione. Dice Pina Amarelli in una sua intervista: «E pensare che quando sono arrivata in Calabria, a Rossano, nel 1969 dopo il matrimonio, pensavo di restarci poco. Mi ero laureata in giurisprudenza con l’idea della magistratura, poi avevo cominciato a fare l’avvocato e l’assistente universitario all’istituto di diritto romano dell’università di Napoli. Una volta venuta a Rossano, essendo giornalista oltre che avvocato, ho iniziato a occuparmi della comunicazione nell’azienda della famiglia di mio marito Franco dove si produce liquirizia dal 1731». Dopo la morte del cognato Giorgio, il suocero la chiama ad affiancarlo alla guida dell’impresa. «Negli anni Ottanta in Calabria non esistevano donne che erano il volto di un’azienda. Io rappresentavo un’eccezione e questo attirava molto interesse. Continua Pina Amarelli :«Il segreto del mio successo? Non c’è. Avevo solo la voglia di realizzarmi e non mi sono mai sentita inferiore a nessuno. Ho creduto in me stessa. Alle ragazze suggerisco: abbiate fiducia nelle vostre capacità e non sgomitate, studiate e imparate ad avere una visione ampia. Con la preparazione, la caparbietà e senza l’astio di voler superare gli uomini si può arrivare lontano. L’unica vera rivoluzione che abbiamo avuto in Italia è quella delle donne. É vero, ancora poche vengono nominate amministratore delegato. Ma questo è l’unico scoglio da superare e non manca molto». (N.d.R)

 

 

Rosi Sica